Disturbo della comunicazione sociale
Il DSM-5 introduce una nuova etichetta diagnostica nella categoria delle menomazioni del linguaggio: il disturbo della comunicazione sociale. Allo scopo di provvedere a una copertura diagnostica per i bambini che presentano solo problemi sociocomunicativi e non comportamenti ripetitivi e stereotipati, come invece avviene quando vi è una diagnosi di disturbo dello spettro autistico.
La diagnosi di disturbo della comunicazione sociale, infatti, richiede la sola presenza di una menomazione del linguaggio pragmatico e una menomazione nell’uso sociale della comunicazione verbale e non verbale, senza la presenza di comportamenti e interessi rigidi e ripetitivi.
Nello sviluppo del linguaggio distinguiamo infatti due livelli: quello semantico, relativo alla capacità del bambino di apprendere i significati concettuali, a cui le parole rimandano, e quello pragmatico, relativo all’utilizzo del linguaggio comunicativo verbale e non verbale con finalità e conseguenze pratiche sull’interazione sociale.
I bambini con disturbo della comunicazione sociale, pur potendo apprendere i significati delle parole, non riescono a sviluppare un uso sociale di tali espressioni. In altri termini, non riescono ad adeguare il modo di parlare al contesto, non rispettano i turni della conversazione. Inoltre non comprendono il ritmo e le intenzioni comunicative del proprio interlocutore.
In altri termini i deficit che caratterizzano il disturbo della comunicazione sociale riguardano:
- La mancanza di un adeguato uso della comunicazione per scopi sociali. Infatti, il bambino non è in grado di parlare per attirare l’attenzione, per suscitare determinate reazioni da parte degli altri o non adegua l’intonazione della voce agli scopi comunicativi.
- Difficoltà nel comprendere il livello implicito di significato delle comunicazioni altrui e i significati ambigui.
- Compromissione della capacità di modificare la comunicazione per adeguarla alle necessità dell’interlocutore o ai diversi contesti in cui ci si trova. Difficoltà nel comprendere e rispettare le usuali norme della conversazione (il bambino non rispetta i turni per prendere e dare la parola o non utilizza né decodifica adeguatamente i segnali verbali e non verbali per regolare l’interazione).
Il disturbo della comunicazione sociale, vede il suo esordio in fasi precoci dello sviluppo. Se non adeguatamente diagnosticato e trattato può compromettere notevolmente lo sviluppo sociale, scolastico e professionale.
Il Trattamento
L’intervento terapeutico e riabilitativo dev’essere tempestivo. Questo anche in considerazione del fatto che esistono periodi “critici” dello sviluppo infantile deputati all’apprendimento del linguaggio e delle abilità sociali di base. Inoltre, l’intervento deve essere multidisciplinare e multilivello, rivolgendosi non solo al bambino, ma anche alla famiglia e alla rete sociale di riferimento.
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