Freud e la perversione

Set 11, 2024

La perversione secondo Freud. Per il padre della psicoanalisi la perversione non ha origine dalla lotta tra le pulsioni inconsce e i divieti del super-io, come accade invece nelle nevrosi. La perversione nasce dal non riconoscere le differenze, che il bambino solitamente apprende durante la fase edipica. Il bambino durante questo periodo si rende conto di non avere un pene come quello del padre. Quindi di non essere un partner adeguato alla madre.

In conseguenza di questa acquisizione, il bambino comprende la diseguaglianza tra i sessi, la differenza tra le generazioni, che invece rinnega nella perversione. Questo porta a un mondo indifferenziato, dove ogni pulsione agisce per conto suo, senza raggiungere l’organizzazione genitale.

Secondo Freud nella perversione la differenza sessuale è annullata. Qui è cancellata ogni barriera, non esiste differenza tra uomo e donna . L’adulto è simile al bambino, il fratello alla sorella. Vi è un ritorno a quel caos originario, dove non estistevano differenze.

Nella perversione non si cerca la trasgressione, ma semplicemente non si ammette il confine. Si cerca di ristabilire la confusione iniziale, che c’era prima delle differenze, prima dei limiti e dei divieti. Il desiderio del perverso è di giungere a una condizione di massimo disordine. Viene annullato qualsiasi tentativo di ordine, di struttura, separazione e qualsiasi differenza.

Non riconoscendo le differenze, il perverso ignora la legge e i limiti che ne derivano. L’obiettivo nella trasgressione, come afferma Freud, non è tanto l’appagamento sessuale, ma nutrire, alimentare la propria onnipotenza, il proprio potere. Questo si realizza nella negazione dell’altro, nell’umiliare l’altro, che viene considerato come un oggetto.

Il perverso persegue tutto quello che lo può far star bene. Senza considerare, che quello che dà piacere a lui può arrecare danni o far stare male gli altri. In altri termini, quello che conta è il proprio piacere e non il dolore degli altri.

Solo per rendere più chiaro quanto detto, riporto l’esempio della pedofilia, che è sempre considerata un disturbo parafiliaco a causa del danno inevitabile che provoca  nei bambini coinvolti.

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