Perversioni sessuali
Le perversioni sessuali hanno cambiato nome. Da qualche anno sono definite “Parafilie”. Termine più neutro sul piano morale e anche più dignitoso, a sottolineare che tali comportamenti non sono da considerarsi perversioni.
I comportamenti sessuali, che non rientravano tra quelli considerati “normali”, fino a non molti anni fa, erano definiti “perversioni”. Successivamente sono stati chiamati “deviazioni sessuali” e infine “parafilie”.
Come si giunge al termine di parafilia
Ancora nel 1952 il DSM I considerava le deviazioni sessuali come reati, perché considerati come tendenze antisociali e criminali. Nel 1958 nasce il DSM II, dove le deviazioni sessuali vengono catalogate sempre come disturbi di personalità ma dal suono meno spaventoso: isteria, borderline, narcisismo.
Solo nel 1980 con l’uscita del DSM III le perversioni sessuali sono incasellate in una categoria a se stante, definita parafilia (para, “deviante, filia “attrazione“. Qui non si fa più cenno alla omosessualità, al coito orale e anale come perversioni.
In seguito con l’uscita della nuova versione del DSM IV e con la più recente versione, 2013, del DSM 5 tante altre cose sono state migliorate, anche se parole come anomalo, innaturale, antisociale e immorale continuano a essere attribuite alla voce parafilia.
Il termine “parafilia” ancora viene poco utilizzato. Spesso, anche tra gli addetti ai lavori si osserva ancora l’utilizzo della vecchia parola “perversione”. Questo per sottolineare un particolare comportamento sessuale “deviante”. Il termine perversione stava a indicare l’attrazione, di un desiderio e di un’eccitazione per quei comportamenti, oggetti o situazioni spesso definiti “aberranti”, o comunque ritenuti socialmente ed eticamente “scorretti”
Il feticismo, il voyeurismo, l’esibizionismo, il travestitismo, il masochismo, il sadismo e via dicendo, hanno sempre avuto un significato negativo. Perché rappresentavano la deviazione dalla norma, il degrado, l’aberrazione, il disgusto, il ribrezzo, il disprezzo.
Parafilia, attenzione, non sta per “disturbo psichiatrico”, ma sta a indicare semplicemente, che la sessualità umana è complessa e variabile. Ogni persona ha diritto al rispetto e alla comprensione, a prescindere dalla natura dei propri interessi sessuali. Purché questi interessi siano consensuali e non rechino un danno agli altri.
La parola “filia” deriva dal greco “philos“, che potremmo tradurre come “amore” o “amicizia”. Di solito è usato come suffisso per designare gradimento o gusto intenso per un determinato elemento.
Questo interessamento può non essere di natura prettamente sessuale. Solo per fare qualche esempio, il cinefilo, manifesta un interesse particolare per il cinema, il filatelista l’hobby del collezionare francobolli.
Si definisce parafilia quel comportamento sessuale caratterizzato da un’intensa eccitazione sessuale e ricorrenti fantasie sessuali, forti impulsi e comportamenti ritenuti devianti rispetto alle normali modalità di eccitamento. Infatti, per avere l’erezione o la penetrazione è utilizzato un feticcio, cioè un oggetto inanimato.
In sintesi, chi manifesta una parafilia trova eccitante situazioni particolari, che non sono tali per la maggior parte degli individui, che vivono nella nostra società.
Tali preferenze pur non riguardando difficoltà nella risposta sessuale ed essendo soddisfacenti, possono esporre gli individui a problematiche relazionali o di natura giudiziaria e a stigma sociale. Queste sono le ragioni, che spingono, solitamente, a ricercare l’aiuto di uno psicoterapeuta.
Disturbi parafiliaci
Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, il DSM 5, la parafilia non è indice di disturbo mentale. Infatti vi è una distinzione tra parafilie e disturbi parafiliaci.
Una parafilia diventa disturbo parafiliaco solo quando causa un disagio significativo all’individuo o quando diventa dannosa o rischiosa per gli altri. Per esempio, la pedofilia è sempre considerata un disturbo parafiliaco a causa del danno inevitabile, che provoca nei bambini coinvolti.
Le preferenze parafiliache in alcune persone possono manifestarsi solo in periodi di maggior stress emotivo. Mentre, per altre persone gli stimoli parafiliaci sono sempre indispensabili per ottenere l’eccitazione e l’attività sessuale.
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