Metafora in psicoterapia

Gen 3, 2016

Metafora in psicoterapia

Il linguaggio del cambiamento

In questa piccola paginetta spiego come mai viene impiegata la metafora in psicoterapia. Intanto, inizio con il dire, che la parola metafora deriva dal greco “meta” che sta per sopra e da “phorein” che significa trasportare, portare da un posto all’altro. Attraverso la metafora si trasferisce un concetto da un campo poco conosciuto, a uno più familiare.

La metafora come cambiamento terapeutico

La definizione di metafora che più preferisco è quella di una storia. Una storia che viene raccontata per  stimolare nuovi comportamenti, per stimolare emozioni e riflessioni in chi l’ascolta. La metafora, infatti, contiene numerosi messaggi allusivi, che stimolano la creatività.

Se lo scopo della psicoterapia è quello di innescare un cambiamento, la metafora si adatta a essere lo strumento migliore. Sono convinto, che è più efficace alludere rispetto al descrivere, fare intuire, invece, del far capire.

Psicologi, filosofi, poeti, utilizzano le metafore e le analogie. Lo fanno, perché in questo modo è più semplice comunicare idee di non facile comprensione.

La metafora racchiude molte forme linguistiche, che sanno andare direttamente al cuore, per i loro effetti suggestivi e illuminanti. Le parabole, le favole, le allegorie, i miti, i racconti, gli aneddoti sono tutte forme di comunicazione utilizzate nella psicoterapia.

Non ha la presunzione di porgere verità, ma stimolare pensieri, evocare sentimenti ed emozioni. La metafora sollecita a vedere qualcosa come se fosse qualcos’altro. In sintesi, permette di comunicare realtà complesse, mediante concetti più semplici.

Riassumendo si può dire che questa particolare storia, servendosi di un linguaggio ricco di immagini, favorisce il cambiamento. Ha il potere di offrire nuovi modi di guardare le cose. Stimola tutta una serie di esperienze, credenze e idee, che fino a quel momento erano rimaste inattive o dormienti.

Milton Erickson è l’autore che mi ha ispirato di più. Mi ha fatto capire quanto è importante motivare una persona a cambiare, partendo dalle sue risorse. Lui era solito utilizzare metafore, storie senza senso, enigmi, apologhi, aneddoti gustosi, l’humor. Sono gli strumenti terapeutici più efficaci nell’installare in chi chiede aiuto i semi di una nuova e più funzionale visione di se stesso e del mondo.

La metafora permette di comunicare a due livelli

La metafora permette al terapeuta di comunicare simultaneamente su due livelli: razionale (emisfero sinistro) ed emotivo (emisfero destro). E’ uno strumento indiretto per inviare messaggi multipli. L’ascoltatore in questo modo a livello cosciente recepisce una storia in senso letterale, mentre a livello inconscio ne percepisce il significato simbolico.

La metafora è una storia, che coinvolge più la nostra parte emotività che razionale. Mentre si dà alla mente conscia un messaggio per tenerla ‘occupata’ e distrarla, si invia di nascosto alla mente inconscia un altro messaggio. Questo permette di raggirare le resistenze. E’ su questa ipotesi, che si basa l’impiego clinico della comunicazione metaforica.

In altri termini, la metafora ha lo scopo di presentare le cose ‘camuffate’. In questo modo si evita, che queste vengano messe in discussione a livello conscio, cioè razionale.

Un linguaggio diretto spesso può incontrare resistenze, perché troppo forte, o troppo difficile da capire e mettere in pratica. La metafora, invece, ha il pregio di parlare di noi in modo indiretto e quindi non ci sentiamo troppo sollecitati. Questo ha il vantaggio di non metterci sulla difensiva e di accettare più facilmente quello che ci viene trasmesso.

Solo per concludere: quando una metafora è ben costruita facilita la regressione, e porta ad ascoltare con l’orecchio del bambino che è in noi.

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