Storia dell’ipnosi
La storia dell’ipnosi è una storia vecchia, molto vecchia, perché l’ipnosi c’è sempre stata, nasce con l’uomo. La prima testimonianza la si ha già nella Genesi, quando Eva convinse Adamo a mangiare il frutto proibito.
L’ipnosi è cambiata nel corso dei secoli, ma non si è mai estinta. Infatti, a periodi in cui sembrava stesse per sparire seguivano periodi in cui ritornava alla ribalta. Per essere più precisi si può affermare che quasi tutte le terapie, per non dire tutte, hanno avuto origine dall’ipnosi.
L’ipnosi è la madre di tutte le forme di psicoterapia. Infatti, anche se con forme e nomi diversi, era già nota alle più antiche civiltà. Egizi, greci e romani la definivano come il “sonno magico” e la impiegavano non solo a scopo terapeutico, ma anche divinatorio.
I fenomeni dell’ipnosi venivano letti come dono o potenza del divino e usati in vari contesti: nella veggenza, nello sciamanesimo, ovvero nella medicina praticata dai medici-sacerdoti.
Negli ultimi anni l’interesse per questo fenomeno naturale è cresciuto considerevolmente. Soprattutto per la risonanza suscitata dalle intuizioni di Milton Erickson e dalle più recenti acquisizioni neurofisiologiche. Queste ultime ci forniscono una base scientifica per spiegare i cambiamenti, che si verificano grazie alla suggestione ipnotica.
In altri termini, potremmo dire che l’ipnosi è vecchia quanto l’uomo. Anche se la nascita della moderna ipnosi e in generale della psicoterapia la si fa risalire all’opera di Anton Mesmer, medico viennese che visse tra il 1734 e il 1815, ma possediamo sufficienti testimonianze che confermano che ogni civiltà abbia sviluppato forme di terapia che con certezza potremmo definire ipnotiche.
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