Hikikomori
Perché i giovani possono scegliere di isolarsi dal resto del mondo?
Hikikomori è un termine coniato alla fine del secolo scorso (1998) dallo psichiatra giapponese Tamaki Saito. Questo termine definisce una particolare condizione psicologica diffusa in Giappone, che consiste in un ritiro sociale.
Hikikomori letteralmente significa stare da solo, stare in disparte, andare via. Tale condizione porta adolescenti e giovani adulti a ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi. Rinchiudendosi nella propria camera da letto, senza aver nessun tipo di contatto diretto con il mondo esterno.
L’Hikikomori è caratterizzato da ritiro ed evitamento sociale per almeno sei mesi. Gli altri sintomi correlati sono:
- fobia scolastica e abbandono scolastico;
- apatia;
- sintomi ossessivi compulsivi;
- inversione del ritmo sonno veglia: dormono di giorno e vivono la notte;
- depressione e pensieri di morte che raramente sono messi in atto;
- comportamento violento in famiglia, in particolare verso la madre.
- Il segno caratteristico è la autosegregazione nella propria camera di un soggetto che non mostra segnali evidenti di disagio psicologico o malattia mentale. Questi adolescenti e giovani adulti evitano le occasioni che portano ad un contatto visivo diretto, ad esempio luoghi dove ci si può salutare, bar, parrucchieri e così via.
L’interesse scientifico per questo fenomeno molto complesso ha valicato l’Oriente per approdare anche in Italia, dove si sono riconosciuti i primi casi. L’Hikikomori, infatti, non è più una questione prettamente giapponese. Questa sindrome ormai ha preso piede anche nel nostro paese, anche se con ritmi molto lenti.
I ritirati sociali italiani non vivono un isolamento totale, ma si concedono di passare del tempo con i propri familiari, solitamente, durante i pasti e con qualche amico.
In Giappone tale fenomeno è vissuto come condizione da nascondere mentre qui da noi ciò non avviene. Sono sempre più frequenti i genitori che preoccupati per l’indifferenza e la perdita di interesse, verso ogni attività, chiedono aiuto.
Sostanziali sono anche le differenze che spingono i ragazzi nipponici ad emarginarsi rispetto a quelli italiani, i primi scappano da norme troppo rigide, dall’incapacità di gestire la propria rabbia, i nostri ragazzi fuggono invece dall’incapacità di gestire relazioni di gruppo.
L’Hikikomoro relega i contatti con gli altri al mondo virtuale. Le uniche attività a destare interesse in loro, infatti, sono il navigare in internet, la lettura dei famosi fumetti manga, la scrittura, la pittura e la creatività. Sono ragazzi, intelligenti e molto creativi, ma introversi. La ragione della loro autoreclusione è frutto di considerevoli pressioni sociali e fattori personali di varia natura. Decisivo è il divario tra quello che si è e quello che la società impone.
L’Hikikomori, è bene sapere, è una condizione psicologica che non coincide affatto con la dipendenza da internet. Infatti l’associazione fra un uso eccessivo della rete e ritiro sociale non è automatico, visto che molti adolescenti ritirati sociali si recludono senza usare il computer.
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