In questo articolo affronto il tema dei risvolti negativi che può avere un’educazione iperprotettiva nei confronti dei figli, sia durante l’infanzia, che durante l’adolescenza.
Intanto, inizio col dire che con questo tipo di educazione si intende riferirsi a uno stile educativo caratterizzato nel percepire pericoli ovunque e nel vedere i figli non altezza di fronteggiare nuovi compiti evolutivi.
Tra i compiti, sicuramente non semplici, che i genitori devono portare avanti, vi sono quelli di permettere o meglio aiutare il figlio a staccarsi da loro. Questo serve a renderolo indipendente e autonomo.
I genitori iperprotettivi, solitamente percepiscono i figli come soggetti fragili da proteggere e aiutare. Il genitore iperprotettivo è ansiosamente presente, si sostituisce, aiuta, intima allarmi vari, ha paura per l’incolumità dei figli e trasmette tutto questo ai figli.
L’educazione iperprotettiva anche se nell’immediato può avere effetti benefici, alla lunga non fa altro che rendere i figli ancora più fragili e quindi bisognosi di protezione. In breve si viene a formare un circolo vizioso. I comportamenti iperprotettivi dei genitori sembrano aiutare i figli, mentre in realtà non fanno altro che confermare le loro incapacità di fronteggiare le situazioni nuove o minacciose.
E poiché quasi tutte le paure si apprendono anche per imitazione. Questo clima educativo avrà alla lunga l’effetto di produrre insicurezza, ansia generalizzata, senso continuo di allarme nei confronti di stimoli provenienti sia dall’ambiente esterno, che dall’ambiente interno. È infatti ormai ampiamente dimostrata la correlazione tra pattern educativi iperprotettivi e genesi di disturbi fobici ansiosi.
Disturbi fobici ossessivi
Per disturbi fobici ansiosi si fa riferimento a patologie come agorafobia, attacchi di panico, fissazioni compulsive e ipocondria. In questi disturbi solitamente le persone che ne soffrono mettono in atto una serie di comportamenti disfunzionali (tentata soluzione). Queste ultime se nell’immediato possono eliminare l’ansia, o evitare di avere un attacco di panico, a lungo andare non fanno altro che mantenere il problema, o addirittura peggiorarlo.
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