Fluenza e disfluenza del linguaggio

Mar 4, 2018

Fluenza e disfluenza del linguaggio

Parlare di balbuzie porta inevitabilmente a parlare di fluenza e disfluenza del linguaggio.

La fluenza è solitamente descritta come il normale fluire del linguaggio, mentre la disfluenza è un´avaria nel naturale scorrere del linguaggio. Un limitato grado di disfluenza può essere anche normale, come inserire brevi suoni o parole: “ehm”, “cioè”, “quindi”. Oppure correggere, o ripetere intere parole o frasi, come per chiarirne il significato. Queste disfluenze sono spontanee e il parlante, il più delle volte, neanche se ne accorge.

La disfluenza, tra i 3 e i 5/6 anni, è parte del normale sviluppo del linguaggio. Infatti, molti bambini possono attraversare un periodo di disfluenza mentre imparano a parlare. Le disfluenze appaiono spesso quando il bambino sta acquisendo padronanza del linguaggio ed è posto davanti a decisioni sulla trasposizione di pensieri in parole, scegliendo le corrette strutture grammaticali, e producendo correttamente suoni e parole. Ma queste disfluenze non sono balbuzie.

Il parlare balbettato è solitamente caratterizzato da un eccessivo grado di disfluenze, o dai tentativi del parlante di evitarle. Le disfluenze prodotte dai balbuzienti sono spesso simili a quelle degli individui che non balbettano, ma alcuni tipi di disfluenza hanno maggiore probabilità di apparire nei primi.

Queste disfluenze comprendono ripetizioni di sillabe e parole (ca-ca-ca-ne), prolungamento di suoni (sssss-scopa, ffffff-fiume), e blocchi completi del flusso respiratorio o della produzione di suono. Questi fenomeni vengono chiamati disfluenze da balbuzie. Un’ altra differenza che si osserva tra le normali disfluenze e le disfluenze da balbuzie è che quest’ultime appaiono spesso molto più gravose, e il ritmo delle ripetizioni o delle parole può divenire brusco e irregolare.

Quasi sempre chi balbetta non accetta la sua disfluenza, sviluppando una serie di reazioni emotive e idee negative, come vergogna, senso di colpa, e frustrazione. Queste reazioni psicologiche, emotive e attitudinali (cognitive), sono spesso molto dannose per il processo comunicativo, e in generale per la vita del soggetto. Inoltre, in alcuni casi, possono sviluppare anche reazioni fisiche, che coinvolgono muscoli come la lingua, le mascelle, le labbra, il petto e parti del corpo, non direttamente coinvolti nel linguaggio, come le spalle, gli arti e la fronte.

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