Diagnosticare in adolescenza un disturbo di personalità borderline non è affatto semplice. Il perchè di questa difficoltà sta nel fatto che si può confondere quelli che sono i normali cambiamenti propri dell’adolescenza con un disturbo. Dall’altra parte si rischia di sottovalutare un disturbo di personalità, pensando che si tratti dei classici sintomi tipici dell’adolescenza.
L’approccio alla diagnosi in adolescenza, riassumendo, è dominato da due atteggiamenti contrapposti. Alcuni clinici considerano l’adolescenza come il periodo di esordio delle tipiche dell’età adulta e quindi tendono ad applicare i criteri diagnostici dell’adulto a questa fascia d’età. Trascurando il funzionamento caratteristico di questa fase. Altri clinici considerano l’adolescenza come periodo di crisi necessaria, trascurando gli aspetti patologici che già si possono intravedere in questa fase evolutiva.
L’altro rischio, non meno banale, da tener presente è che, appiccicare una diagnosi di questo tipo a un soggetto giovanissimo non è sano, perché potrebbe stigmatizzarlo e marchiarlo a vita.
Disturbo borderline o disturbo borderline di personalità
La diagnosi di disturbo borderline di personalità, sempre più spesso è utilizzata sugli adolescenti. A questo proposito, è importante fare una distinzione tra il disturbo borderline, che si riferisce ai giovanissimi e il disturbo borderline di personalità, che riguarda gli adulti.
Tutti gli adolescenti sono un po’ borderline. Un certo livello di instabilità, di impulsività, di autolesionismo, di uso di sostanze, sono spesso sperimentati nell’adolescenza, ma poi tendono a recedere man mano che il soggetto cresce.
Quindi il clinico deve indagare attentamente è davanti a un adolescente con un disturbo borderline o in presenza di un disturbo borderline di personalità.
È sconveniente parlare di disturbo di personalità borderline in adolescenza, soprattutto perché la personalità, durante questa fasa, non è ancora strutturata. Nell’infanzia e nell’adolescenza la personalità è in continua evoluzione.
Adolescenza fase di tansizione
L’adolescenza, inoltre, è definita da tempo come una fase di transizione caratterizzata da confusione, instabilità, sbandamento e impulsività, che possono creare disagio, ma che attraverso una serie di progressive esperienze e conquiste, porteranno alla strutturazione della personalità e dell’identità adulta.
Perciò è fondamentale saper distinguere l’eventuale disagio proprio di una fase delicata della crescita, dai sintomi clinici che caratterizzano il disturbo borderline del giovane che, se non trattato, può evolversi in disturbo borderline di personalità nell’età adulta.
La questione sull’esistenza dei disturbi di personalità nell’infanzia e dell’adolescenza è stata sicuramente accentuata dalla difficoltà di applicare le diagnosi di personalità dell’adulto ai bambini e agli adolescenti. In effetti, l’operazione semplicistica di adattare i criteri diagnostici dell’adulto all’età evolutiva ha mostrato tutti i suoi limiti. Inoltre, ha costituito un ostacolo alla possibilità di ripensare la psicopatologia evolutiva tenendo conto delle specificità che caratterizzano le diverse fasi dello sviluppo.
Da una parte, infatti, applicare i criteri descrittivi pensati per la personalità adulta a bambini e adolescenti con un funzionamento mentale e una personalità in evoluzione è apparso sempre più inadeguato.
L’importanza di una corretta diagnosi
L’adolescenza è un periodo di particolare importanza per l’insorgenza o l’intensificazione di varie forme di disturbo emotivo e comportamentale. Infatti, molti individui con un disturbo borderline di personalità riferiscono di cambiamenti affettivi e comportamentali avvenuti durante la pubertà.
Alcune caratteristiche temperamentali e di personalità come disregolazione emotiva, rapporti interpersonali instabili, autolesionismo, abuso di sostanze e altri criteri specifici sono tutti segnali da tenere sottocontrollo e da non sottovalutare. Quindi sicuramente vanno tenuti in considerazione e monitorati.
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