Il dubbio patologico
Che cos’è il dubbio patologico? Riguarda un processo razionale estremo che porta alla completa irrazionalità. Il tentativo di dover eliminare qualsiasi dubbio per ricercare una certezza, ha l’effetto di imprigionare la mente in un aggrovigliamento di interrogativi (Nardone, G., De Santis, G. 2011).
Il paradosso è che ogni risposta crea un nuovo dubbio e più confusione. Dal dubbio, con le migliori intenzioni, mediante un percorso di ragionevole ricerca di risposte rassicuranti si può arrivare ad avere gli effetti peggiori, ovvero la strutturazione di un vero e proprio disturbo psicologico.
Quando siamo intrappolati in questo tipo di dubbio, non esiste un ragionamento logico che ci può convincere del contrario. Anzi, posso semplicemente dire che il dubbio patologico viene alimentato, più che essere risolto, proprio dalle tante risposte che si cercano.
Il vero loop patologico si innesca quando il soggetto cerca di uscire dal suo stato ricorrendo alla ragione, ossia cercando prove razionali per sconfiggere il dubbio irrazionale. Si cerca di risolvere qualcosa di emotivo, mettere a tacere un dubbio, attraverso ragionamenti razionali.
Dare una risposta razionale a un dubbio irrazionale crea ulteriori dubbi, sino a costruire il labirinto mentale nel quale poi finiamo per perderci. I criteri della ragione non sono sufficienti a sciogliere il dubbio.
Questa tentata soluzione è destinata, però, a non avere fine. Perché per ogni ragionamento che sembra condurre ad un definitiva rassicurazione, c’è n’e un altro, pronto ad insinuarsi nella mente, per contraddire la precedente conclusione.
Di fronte ai dubbi senza via d’uscita e a tentativi di soluzione che producono ulteriori complicazioni, l’intervento terapeutico non potrà che consistere nell’interruzione del circolo vizioso che mantiene il problema. Dinanzi a un dubbio patologico, la terapia consiste nell’eliminare il nutrimento.
Fra i numerosi dubbi patologici, che possono tormentare la nostra vita non poteva mancare quello sul nostro orientamento sessuale: “forse sono omossessuale”.
Questo dubbio quasi sempre finisce per assumere un significato sproporzionato nella nostra vita, come se la nostra felicità dipendesse completamente dalla sua soluzione.
Ovviamente è inutile ribadirlo, tale domanda è sostanzialmente priva di senso, visto che già dai primi colloqui si capisce, che il soggetto non si sente omosessuale.
Si dà avvio così a una serie di ragionamenti logici per tentare di arrivare a una certezza, a una conclusione razionale e definitiva che ci rassicuri sul fatto che non siamo omosessuali.
Ciò che è sicuro è che la ricerca di certezza conduce all’incertezza. Quando il dubbio diventa impedente e limitante siamo di fronte a una forma di patologia che necessita di essere trattata. Condurre il soggetto a comprendere di come siano proprio i suoi tentativi fallimentari di combatterlo che alimentano il dubbio. A dubbi patologici si oppongono dubbi terapeutici.
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