In questo breve articolo cercherò di rispondere essenzialmente a due domande: che cos’è la rabbia e la sua utilità. Inizio col dire che la rabbia è una emozione primaria, proprio come la paura, il dolore e il piacere. Quindi, entro certi limiti è funzionale, nel senso di essere adattativa, perché è utile per la nostra sopravvivenza e per la gestione della realtà.
La rabbia si attiva tutte le volte che si percepisce la presenza di uno impedimento tra ciò che cerchiamo o desideriamo e la possibilità di raggiungerlo. È la risposta emozionale per agire nei confronti di circostanze per noi sfavorevoli.
Tante possono essere le situazioni che suscitano rabbia: quando siamo vittime di un’ingiustizia, di maltrattamento, di umiliazione, quando proviamo un dolore intollerabile, quando subiamo un licenziamento o siamo stati abbandonati. La rabbia può aiutare ad andare oltre, verso il meglio per noi e per gli altri.
La rabbia, in alcuni casi, può diventare impetuosa da non poter essere eliminata in tempi brevi e trasformarsi in un pensiero ossessivo continuo.
In queste circostanze siamo assaliti da pensieri ricorrenti che hanno un impatto negativo non solo dal punto di vista mentale, ma anche fisico predisponendoci a una serie di malattie, tra cui quelle cardiovascolari.
Aristotele affermava: “Chiunque può arrabbiarsi: questo è facile. Ma arrabbiarsi con la persona giusta e nel grado giusto e al momento giusto e per lo scopo giusto, questo non è nelle possibilità di chiunque e non è facile”.
Non è raro che alla rabbia possa seguire il piacere della vendetta. In realtà la vendetta non porta ad alcun sollievo, anzi accresce i sentimenti negativi, e favorisce alla lunga disturbi ansiosi e depressivi.
Quando coltiviamo la vendetta rimaniamo indissolubilmente legati a chi ci ha recato il danno. Diventiamo schiavi di emozioni dannose, logoranti e invasive. Scoperta non certo nuova, visto che già Confucio affermava: “Prima di imbarcarti per un viaggio di vendetta, scava due tombe”.
Quindi, quando la rabbia supera una determinata soglia non ci è più utile. In questi casi è fondamentale mettere in atto una serie di comportamenti più funzionali, per farla defluire ed evitare che diventi una folle comandante dei nostri comportamenti.
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