L’intento di questo articolo è di definire brevemente cos’è l’angoscia.
Questa emozione è caratterizzata da un forte senso di inquietudine da cui la persona sente di non potersi sottrarre e verso cui prova un sentimento di impotenza.
L’angoscia è uno stato emotivo differente dall’ansia, infatti, mentre quest’ultima allerta, l’angoscia disarma. Contrariamente all’ansia, che entro certi limiti è una reazione adattiva e quindi sana dell’organismo, viceversa l’angoscia non è mai un’emozione utile e neanche adattativa.
Consiste in un atteggiamento pessimistico, catastrofico riguardo agli eventi futuri. Con la convinzione che le cose andranno male la sfida è già persa in partenza, non c’è nessuna possibilità di farcela, quindi, non ha senso combattere, l’unica alternativa è arrendersi.
A differenza dell’impaurito, che di fronte al pericolo si attiva per combattere o difendersi in qualche modo, l’angosciato è un condannato che non ha alcuna opportunità di salvezza. La speranza non esiste più, sente di aver subito una condanna dalla quale non è possibile sfuggire.
Quando siamo invasi da questa emozione percepiamo di essere in qualche modo condannati e senza via di scampo.
La condanna può essere dovuta a qualcosa che è già accaduto in passato, quindi non possiamo più riparare. Oppure, a qualcosa che stiamo vivendo nel presente e che sentiamo di non poter cambiare. Possiamo sentirci condannati per qualcosa che accadrà nel futuro e non potrà essere evitato.
Quando si prova angoscia si ha la sensazione di essere schiacciati fisicamente ed è impossibile potersi liberare, uscire. Il corrispettivo sintomatico più frequente dell’angoscia è, infatti, uno stato depressivo, un senso di oppressione costante al petto, un enorme sasso che comprime e rende faticoso fare respiri profondi.
Lo stato di alterazione coinvolge non solo il mentale, ma anche il somatico e l’organico. Sono frequenti risposte emozionali esasperate, rimuginare, reazioni psicosomatiche e disturbi del sonno e dell’appetito.
L’angoscia eccessiva e prolungata può portare a sviluppare disturbi fobico-ossessivi, disturbi paranoici o depressivi. Oppure può portare a rifugiarsi nel sonno, nell’abuso di sostanze, alcol, ansiolitici, sfociare verso crisi bulimiche, e nella ricerca di piacere intensi. Tutti questi rimedi hanno lo scopo di evitare o alleviare la tensione e la sensazione di condanna.
Il trattamento dell’angoscia
Il trattamento psicologico dell’angoscia consiste nel trasformare la percezione che è tutto perso, che non c’è più alcuna speranza, per spalancare le porte alla fiducia, alla possibilità di un cambiamento.
In questo contesto mi sembra opportuno fare riferimento a un bellissimo aforisma di san Francesco: “Basta un singolo raggio di luce per dissipare mille oscurità”.
Per fare questo è importante che il terapeuta sia sintonizzato perfettamente con i bisogni della persona che sta chiedendo aiuto. Interrompendo il circolo vizioso, che mantiene questo senso di impotenza, per trasformalo in un circolo virtuoso.
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