Stress
Il termine stress è sulla bocca di tutti. Espressioni come: “sono stressato”, “per me è uno stress”, “è un lavoro stressante” o “è una situazione stressante” ricorrono frequentemente per sottolineare circostanze critiche da affrontare. Inoltre, è utilizzato sia per indicare l’evento lo causa, che la conseguenze dello stesso.
Chi ha vissuto o sta vivendo una situazione di stress sa bene che è una condizione associata a una grande sofferenza sia mentale che fisica. Inoltre si ha la sensazione di non essere in grado di risolvere o di superare un determinato momento critico della sua vita.
In campo scientifico la definizione dello stress è molto diversa da quella del senso comune. Infatti, sta a indicare solamente la risposta da parte dell’organismo umano a uno o più eventi (stressor o stressors) che ne modificano l’equilibrio omeostatico.
Lo stress, quindi, e i meccanismi ad esso collegati, non sono altro che l’espressione di uno sforzo compiuto dal nostro organismo al fine di prepararsi ad affrontare o ad evitare una minaccia, reale o immaginaria che sia.
Infatti se non ci fosse lo stress non sarebbe possibile avere lo stato di “preparazione a”, ovvero una sorta di stato di attivazione di base che rende più agevole la messa in atto delle risposte comportamentali, come il comportamento di lotta e fuga.
Lo stress, quindi, non è sempre un fenomeno negativo o da considerare di per sé una malattia. Anzi è fondamentale per la nostra sopravvivenza, perché mediante l’attivazione di una serie di meccanismi fisiologici automatici, tende a migliorare l’adattamento dell’organismo all’ambiente (compresa la eventuale resistenza ad una aggressione o minaccia).
La sua funzione era stata intuita già da Hans Selye, che definì lo stress come una risposta adattiva, attivata da ostacoli di varia natura. Infatti, permette di attivare risorse (fisiologiche e psicologiche) nel tentativo di affrontare la situazione critica. Quindi, rientra nelle normali condotte di adattamento. Ma quand’è che diventa nocivo? Quado vi è un’attivazione emozionale a seguito che permane per un lungo periodo di tempo ed è particolarmente intensa.
Tali reazioni, che non permettono l’adattamento dell’organismo alla situazione o il ritorno alle condizioni normali, possono produrre reazioni patologiche anche stabili.
In altre parole, quando le strategie del soggetto non sono adeguate a gestire l’evento o la situazione, si manifesta una condizione di crisi dell’equilibrio psicofisico dell’organismo stesso che può essere definito «stress».
Il comportamento emozionale, o meglio, le risposte fisiologiche che accompagnano l’esperienza emozionale, vengono comunemente considerati il nodo cruciale del processo che conduce all’instaurarsi di disturbi psicofisiologici o da stress.
l livelli di stress percepito è minimo quando noi crediamo di avere risposte sufficienti per gestire situazioni complesse. Al contrario se percepiamo di non avere potenzialità adeguate per far fronte ad una situazione, avvertiamo un certo grado di stress.
Lo stress è un processo complesso, scomponibile in tre fasi:
- Valutazione degli eventi
- Accertamento delle proprie possibili risposte (Coping)
- Attuazione delle risposte con modalità che possono includere modificazioni fisiologiche, cognitive, emozionali e comportamentali.
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