L’insonnia è tra i più comuni disturbi del sonno e ha un impatto negativo sul benessere individuale e sociale. Infatti, quando si cronicizza può compromettere il funzionamento cognitivo emotivo e somatico, con serie ripercussioni sul livello di adattamento e in particolare sul piano relazionale e lavorativo.

Il sonno è un processo fisiologico di cui ancora non è stato dato una definizione certa e condivisa. Quello che è sicuro, e lo sanno bene coloro che hanno difficoltà a dormire, è che il non dormire può provocare consistenti alterazioni in tutto l’organismo, da modificazioni dell’umore ad alterazioni metaboliche ed endocrine.

Come si manifesta l’insonnia?

Molte persone lamentano problemi d’insonnia transitoria o cronica. Questo disagio è caratterizzato principalmente da difficoltà ad addormentarsi, da frequenti risvegli notturni, da risveglio mattutino anticipato, o dalla presenza combinata di questi elementi. Gli effetti del dormire male sono: sonnolenza e sensazione di stanchezza, che rendono difficoltoso gestire la vita sociale e lavorativa.

L’insonnia, non è una patologia, ma un campanello d’allarme, che può segnalare la presenza di diverse condizioni patologiche, psichiche e fisiche. Ma a prescindere da quelle che possono essere le cause, la preoccupazione della persona rispetto alla perdita e qualità del sonno, portano a una ruminazione eccessiva, nel momento in cui deve andare a letto. In particolare sulle conseguenze, che il dormire male può avere sul giorno dopo, determinando uno stato d’ansia.

La preoccupazione di non riuscire a dormire, o di svegliarsi durante la notte porta a mettere in atto una serie di comportamenti, che alimentano l’insonnia stessa determinando la comparsa di emozioni a contenuto negativo come l’ansia o la paura.

Il trattamento strategico dell’insonnia

L’insonnia il più delle volte è trattata con la somministrazione di farmaci. Questo nonostante  non esista una vera e propria classe di farmaci adeguati a normalizzare il ciclo sonno veglia. I farmaci che vengono prescritti sono destinati per altre patologie. I più frequenti sono ansiolitici e antidepressivi, che per i loro effetti collaterali inducono sonno.

E’ importante evidenziare, che il sonno indotto dai farmaci è un sonno qualitativamente diverso da quello naturale, non paragonabile. Inoltre è accompagnato da sgradevoli effetti negativi nelle ore di veglia.

La terapia psicologica è focalizzata su come il problema persiste. Lo scopo è quello di individuare i comportamenti disfunzionali (tentate soluzioni), che mantengono o alimentano il problema. Partendo da questo sono state messe a punto una serie di strategie.

Le precauzioni che si adottano quando si soffre di insonnia sono varie, anche se tutte accomunate dal fare qualcosa (cercare la posizione adatta, cercare di allontanare i pensieri intrusivi, cercare di rilassarsi, assumere tisane rilassanti, guardare la televisione, leggere per stancarsi e via dicendo).

Infatti, tra le tentate soluzioni (comportamenti disfunzionali), vi è certamente quella dell’attenzione, intenzione e sforzo. Quando una persona teme di non riuscire a dormire si sforza, ma più mi sforzo più non riesco a dormire. In breve, la preoccupazione di non dormire e lo sforzo di riuscirci non facilitano il sonno.

Il trattamento ha sicuramente l’obiettivo di mettere fine alle tentate soluzioni. Lo scopo è di interrompere il circolo vizioso, che non solo mantiene, ma lo peggiora.

Per concludere, il sonno è un fenomeno naturale e non è sotto il nostro controllo. Questo significa, che paradossalmente più cerco di dormire, più non riuscirò a dormire.

Gentile visitatrice visitatore, se desidera ricevere maggiori informazioni o  chiedere un aiuto può chiararmi al 3470716419 o cliccare su contatti. Ricevo a Ciampino, via Alessandro Guidoni, Roma, zona Castro Pretorio.