Il disturbo alimentare evitante/restrittivo del cibo insorge nell’età evolutiva, ma può mantenersi anche nell’età adulta, soprattutto se l’evitamento riguarda gli aspetti sensoriali del cibo (forte sensibilità al colore, aspetto, odore, gusto, consistenza o temperatura).
Come dicevo, a soffrire di questo disturbo sono maggiormente bambini e adolescenti, che appaiono poco interessati al cibo.
La caratteristica di tale problema è l’evitamento o la restrizione nell’alimentazione, evidenziabili da una significativa incapacità nel nutrirsi in maniera corretta o da assunzione di cibo con apporto energetico deficitario, con conseguente riduzione di peso o crescita irregolare.
Oltre a causare complicazioni nello sviluppo psico-fisico, il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione del cibo, influenza negativamente la sfera sociale con ripercussioni in ambito familiare.
Infatti, indipendentemente dall’età il disturbo può influenzare negativamente il funzionamento familiare, basti pensare allo stress vissuto al momento dei pasti o in altri contesti conviviali in cui sono presenti amici o parenti.
Riassumendo, il non riuscire a soddisfare i propri bisogni nutrizionali ed energetici porta queste persone a:
- Eccessivo calo di peso
- Significativo deficit nutrizionale
- Interferenza significativa con la propria vita socio-relazionale
- Dipendenza dall’alimentazione parentale
- Uso di supplementi nutrizionali orali
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