Matrici Progressive di Raven
A cosa servono le Matrici Progressive di Raven? Per valutare se un soggetto possiede la capacità di fare confronti, di ragionare per analogia, di stimare l’attitudine attuale del soggetto al ragionamento astratto e le possibilità di sviluppo.
Le Matrici Progressive di Raven o semplicemente Matrici di Raven, prendono il nome dal loro ideatore e sono tra i test di intelligenza più impiegati per la misurazione dell’intelligenza non verbale. Infatti, come affermato nel manuale, il test delle matrici di Raven, è il più idoneo a misurare il fattore g, cioè l’intelligenza fluida o analitica svincolata dalla cultura.
Il fattore g dell’intelligenza è il fattore generale che costituisce la capacità implicita nella manifestazione di tutte le altre abilità, che invece rappresentano l’intelligenza cristallizzata. Queste manifestazioni sono legate a specifici apprendimenti culturali e sono concrete e osservabili sul piano comportamentale. Si tratta in altri termini della distinzione tra capacità potenziali e abilità attuali. Anche se, studi successivi hanno verificato l’influenza di tali fattori sul risultato delle matrici, ma è certo che il tipo di abilità richiesto nella risoluzione dei problemi presentati fa ricorso ad aspetti non verbali in misura maggiore rispetto agli altri test di intelligenza quale ad esempio la WAIS.
Vi sono tre differenti tipi di matrici, per diversi tipi di soggetti, abbiamo le Matrici Progressive Standard di Raven, che costituiscono il primo e il più utilizzato dei tre strumenti noti come matrici progressivi di Raven. Gli altri due sono le Matrici Progressive Colorate e le Matrici Progressive Avanzate.
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