Ipnosi e crimine
L’ipnosi può favorire il comportamento criminale?
Ipnosi e crimine. Inizio subito col dire che l’ipnosi non ha il potere di fare commettere nessuna azione criminosa.
Quindi, se anche tu sei dell’opinione che con l’ipnosi si possono controllare e dirigere le azioni delle persone, non devi assolutamente leggere questo articolo.
Nessun ipnotizzatore ha o avrà mai alcun poter sugli altri. Questo smentisce il pregiudizio molto diffuso, che in stato di ipnosi la volontà dell’individuo è annullata.
Tardif de Montrev già nel lontano 1785 osservò, che il soggetto sottoposto al “sonno artificiale“, come era definita all’epoca l’ipnosi, non era affatto in balia dell’ipnotizzatore, ma era capace di resistere alle prescrizioni immorali dei magnetizzatori senza scrupoli. Osservazione successivamente confermata anche dal marchese Puiésegur (seguace di Mesmer).
Ipnotizzare una persona senza il suo consenso non è possibile. Quindi, con l’ipnosi non si può indurre una persona contro il volere, a commettere un reato o ad avere comportamenti antisociali. Mettere un persona in ipnosi richiede un certo tempo e una certa collaborazione.
L’ipnosi quindi non è responsabile né delle rapine in banca né di qualsiasi altro crimine, ed è poco probabile che tramite suggestione ipnotica e senza minaccia un cassiere possa essere indotto a consegnare del denaro a chi non spetta.
L’ipnosi come qualunque altro rapporto intersoggettivo non si verifica nel vuoto sociale, in quanto prima dell’ipnosi è necessaria l’esistenza di una precedente relazione tra il soggetto e l’ipnotista.
Posso semplicemente dire che già far fare le cose, che le persone desiderano è molto difficile e duro, figuriamoci portarli a fare qualcosa che è contrario alla loro morale.
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