Paura come batterla?
Andare incontro alla paura.
Paura come batterla? La paura è una delle quattro emozioni primarie, come la rabbia, il dolore e il piacere. Provare paura può avere una funzione positiva e adattativa. Williams James nel suo articolo del 1884: “What is an emotion”, la definiva come una risposta adattativa a un cambiamento interno o esterno percepito.
Senza la paura l’uomo non sarebbe potuto sopravvivere, questa emozione è necessaria, perché ci rende più reattivi nell’affrontare i reali pericoli, ma se supera certi limiti non è più adattativa, ma si ritorce contro chi la prova.
Le persone quando vivono costantemente con la paura, il più delle volte hanno grosse difficoltà a cambiare le loro visioni, convinzioni e i loro copioni comportamentali disfunzionali.
Il più delle volte sono proprio questi comportamenti poco funzionali, che invece di essere abbandonati per lasciare il posto a comportamenti più funzionali, vengono intensificati, perché si pensa che non si è fatto abbastanza, fino a rendersi la vita un inferno.
Trattamento psicologico
La psicoterapia strategica va a interrompere proprio quello che alimenta e mantiene in piedi il sintomo. Infatti, secondo quest’ottica non è importante sapere come un problema si è formato, ma cosa lo mantiene nel presente, cioè nel qui e ora.
Lo psicoterapeuta strategico ponendo attenzione alle tentate soluzioni messe in atte dal paziente, cerca di interrompe, spezzare il circolo vizioso che alimenta il problema.
Per coloro che soffrono di queste problematiche è fondamentale sapere che esiste una casualità circolare tra come un problema persiste e ciò che fanno per risolverlo senza successo.
Una volta arrestata la ripetitività, il cambiamento sarà inevitabile, in quanto la rottura dell’equilibrio precedente condurrà alla necessità dello stabilizzarsi di uno nuovo, basato sulle nuove percezioni della realtà.
Con questi due esempi che seguono, voglio rendere più comprensibile quanto ho detto:
Un uomo viveva un’esistenza solitaria perché afflitto da una forma molto grave di agorafobia. Disperato decise di suicidarsi. Si mise in macchina per dirigersi verso la cima di un monte, convinto che durante il tragitto l’angoscia o un attacco di panico lo avrebbe senz’altro fatto morire. Ma andando contro il buon senso e contro ogni previsione si accorse che arrivato sulla cima della montagna era ancora vivo.
È più o meno quello che succede alle lepri nella favola di Esopo: un giorno le lepri si radunarono perché stanche della loro triste sorte: dover aver paura di tutti! Degli uomini, dei cani e tutti gli altri animali. Meglio una volta per sempre morire che vivere con tanta paura.
Presa questa decisione, tutte le lepri unite galopparono verso uno stagno per buttarsi dentro e annegare. Ma le ranocchie, che se ne stavano quiete intorno allo stagno, appena avvertirono lo scalpiccio delle lepri, balzarono in acqua.
Allora una lepre più saggia delle altre disse: “Coraggio, compagne! Avete visto? Ci sono animali che hanno paura persino di noi”.
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