Insonnia e ansia
Insonnia e ansia si condizionano negativamente. L’ansia e il non dormire quasi sempre vanno a braccetto. Infatti, quasi sempre le persone che soffrono di ansia lamentano anche difficoltà, ritardo nell’addormentarsi, o frequenti risvegli notturni.
Molte sono le persone che lamentano problemi di insonnia, alcune di queste forme sono transitorie altre invece si cronicizzano. quello che non sappiamo è che siamo noi stessi a far si che l’insonnia possa diventare un problema cronico.
Solitamente quando una persona, per qualsiasi motivo, non riessce a dormire inizia a preoccuparsi eccessivamente rispetto alla perdita e alla qualità del sonno. Questa preoccupazione riguarda soprattutto la conseguenza che il dormire male può avere sul giorno dopo: lavoro, vita sociale.
Il circolo vizioso
Si crea in tal modo un circolo vizioso tra l’ansia e l’insonnia: la paura di non dormire determina la comparsa di emozioni negative che non fanno altro che preparare un’altra nottata in bianco.
Più non si riesce a dormire e più si intensificano gli sforzi per dormire, con l’unico risultato che si continua a non dormire. Rimanere fedeli alle proprie tentate soluzioni, sembra l’unica cosa ragionevole da fare. Aiutare a interrompere questo circolo vizioso è l’obittivo della terapia psicologica. Il terapeuta attraverso determinati strategemmi può aiutare le persone a indirizzare i loro consueti sforzi in maniera più funzionale.
Il terapeuta ad approccio strategico parte dal presupposto che l’interazione tra un problema e le sue tentate soluzioni costituisce un circolo vizioso che si autoalimenta. I problemi vengono mantenuti proprio da quello che facciamo per risolverli. Si può affermaare che il vero problema è la soluzione che adottiamo per risolvere il disagio che ci affligge.
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