Ansia e comportamenti disadattivi. Solitamente chi soffre di ansia, ma anche di coloro che gli stanno intorno tendono a mettere in atto una serie di comportamenti disfunzionali.

La persona che ha paura di sentirsi male, di allontanarsi da casa, tenta di evitare di allontanarsi da sola o di rimanere da sola, o a chiedere continuamente aiuto. Questi comportamenti, accorgimenti, nel breve termine hanno il vantaggio di allontanare il disagio, ma inavertamente parcecipano alla perpetuazione e alla sua intensificazione.

L’ansia non è mai un problema, ma è la sua gestione, che in alcune persone può diventare problematico.

Molte persone, infatti, temono la propria ansia, e gli stati d’animo a essa connessa, si sentono sopraffatti da essa e sono incapaci di gestirla.

Nella mia esperienza clinica mi accorgo sempre di più come una delle esperienze più problematiche delle persone sia la sensazione di essere sopraffatti dall’ansia.

Non sapendo regolarne l’intensità, alcuni utilizzino dei comportamenti disfunzionali (abuso di alcol, di droghe, abbuffate compulsive, vomito autoindotto, colpevolizzazione degli altri, dipendenza compulsiva dalla pornografia, e così via).

L’abuso di alcol, rifugiarsi nel cibo o, altri comportamenti disadattivi possono dare un sollievo solo momentaneo, ma quasi mai costituiscono le soluzioni più idonee per risolvere la gestione dell’ansia.

All’ansia, quindi, spesso si aggiungono altre problematiche, più serie, come l’alcolismo, la bulimia, la dipendenza dal gioco, e altre patologie.

Il trattamento

I problemi di ansia persistono a causa dei ripetuti sforzi compiuti da chi se ne lamenta per risolverli. Questi ripetuti sforzi sono definiti tentete soluzioni. Quindi il fulcro della terapia consiste nel bloccare ciò che si sta facendo per risolvere il disagio psicologico. In breve, è proprio quello che si fa per eliminare il problema a mantenerlo in piedi, o addirittura peggiorarlo.

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