Dissonanza cognitiva
In questo piccolo articolo parlo della “Dissonanza cognitiva”. La dissonanza cognitiva è una sorta di auto-persuasione, che può verificarsi subito dopo aver preso una decisione importante.
Solitamente la dissonanza cognitiva fa seguito a una decisione o a una scelta. Questo perché la decisione è il momento in cui c’è un confronto tra il mondo interno e la realtà esterna di una persona. Dopo aver preso una decisione, non è che finisce tutto. Gli aspetti positivi dell’alternativa scelta e gli aspetti positivi delle alternative scartate, continuano a far sentire ancora la loro influenza. Esse infatti entrano in dissonanza con la scelta effettuata.
La dissonanza cognitiva viene descritta magnificamente dalla favola “La volpe e l’uva”. In questa favola Esopo descrive una volpe, che non riuscendo a saltare abbastanza per prendere l’uva, si allontana dicendo, che alla fine non ne valeva la pena, perché era acerba. Quindi anche se l’avesse raggiunta e mangiata non le avrebbe dato soddisfazione. Per questo ha fatto bene a darle le spalle. Tutto questo per ridimensionare la frustrazione nel non essere riuscita a ottenere quello che desiderava.
La dissonanza cognitiva è uno stato di tensione, di disagio, di sensazione spiacevole che porta una persona a cercare dei modi per ridurla o eliminarla. Si verifica ogni volta, che un individuo possiede contemporaneamente due cognizioni (idee, credenze, atteggiamenti, opinioni) che sono psicologicamente incoerenti tra di loro. Poiché vivere in uno stato di del genere non è affatto piacevole, le persone sono motivate a ridurla.
La riduzione della dissonanza può avvenire attraverso un cambiamento di comportamento o attraverso una ristrutturazione cognitiva. Il prendere una decisione è un processo di auto persuasione che mira a scoprire le buone ragioni per avere agito come si è agito, in modo da ridurre la dissonanza cognitiva e mettere d’accordo la realtà con le proprie convinzioni. .
Bias cognitivo
Gli psicologi definiscono questo tipo di meccanismo mentale anche “bias cognitivo“. Sostenere due idee che si trovano in contraddizione significa rasentare i limiti dell’assurdo e questo non è tollerabile. Quindi l’essere umano è portato a ridurre la dissonanza cognitiva, modificando una delle due cognizioni o, entrambe. In modo da renderle più compatibili l’una con l’altra, oppure aggiungendo nuove cognizioni per colmare il divario esistente fra le due.
La dissonanza cognitiva, in altri termini, si fonda, essenzialmente su un bisogno ritenuto basilare per l’individuo. La necessità di sperimentare e di sentirsi coerenti nel proprio modo di pensare e di agire. Quell’uva sembrava abbastanza matura e succosa, ma siccome non sono riuscita a prenderla, per non sentirmi un’incapace, mi convinco che è acerba. In altri termini la dissonanza cognitiva nasce dal bisogno umano di sentire una forte coerenza mentale, un’armonia e una sintonia tra quello che facciamo e quello che diciamo di essere. È un bisogno che è nello stesso tempo sia di tipo cognitivo che emotivo.
La teoria della dissonanza cognitiva si sviluppa negli anni 50. Partenendo dal presupposto che l’individuo, inteso come essere coerente, autonomo e razionale, tenda a ricercare l’equilibrio nel suo sistema di rappresentazioni cognitive e tra questi e i propri comportamenti. Questo meccanismo spiega il perché una volta che si assume una decisione, gli esseri umani, cerchino tutte le prove, che sostengono le proprie scelte ed evitino tutto ciò che potrebbe non sostenerle.
La bias cognitiva, per concludere, nasce perché esiste un bisogno umano generale e fondamentale: il bisogno di sentire una forte coerenza mentale, un’armonia e una sintonia fra ciò che si è e si dice di essere.
Un bisogno che è contemporaneamente sia di tipo cognitivo che emotivo. Nel momento in cui un individuo percepisce un’incompatibilità tra il suo modo di pensare e il suo comportamento si manifesta il fenomeno della dissonanza cognitiva.
Perché è importante la dissonanza cognitiva
Semplicemente perché è proprio attraverso il fare esperienza che si può generare quello stato di tensione e di disagio, che sono fondamentali per promuovere nuove prospettive e diversi comportamenti.
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